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22.10.2024

Intervista a Raphaël Pillosio

Intervista a Raphaël Pillosio

Di seguito, pubblichiamo qualche domanda rivolta al regista Raphaël Pillosio in merito al suo film in concorso Les mots qu’elles eurent un jour.

Archivio Aperto esplora il tema della memoria e degli archivi. In che modo il tuo film intercetta questo tema? Quali elementi del film sottolineano questa esplorazione della memoria?

 

Nel 2004 ho diretto un film, Algérie, d’autres regards, in cui filmavo registi francesi che avevano realizzato documentari contro la guerra d’Algeria durante la guerra d’Algeria. È in questo contesto che ho conosciuto Yann Le Masson, Olga Poliakoff, René Vautier, Pierre Clément e Cécile Decugis. Sono rimasto molto legato a loro. Ad un certo punto, Yann mi raccontò delle immagini di attivisti algerini che aveva filmato nel 1962 e che aveva appena recuperato. Yann aveva pensato di fare un film con queste immagini, ma probabilmente era già un po’ troppo vecchio per iniziare a girare. Quindi a un certo punto mi ha detto: Raphaël, fallo tu.

 

Puoi parlare di una sequenza specifica del tuo film in cui le riprese d’archivio hanno trasformato o arricchito il messaggio che volevi trasmettere?

 

C’è una sequenza che utilizza tre diverse fonti di filmati d’archivio. Tre estratti della stessa donna girati in momenti diversi della sua vita e montati nella stessa sequenza. Quello che accade è davvero incredibile ai miei occhi: questa donna è sempre la stessa pur essendo radicalmente diversa! Questo per me è molto inquietante perché mi interroga sul nostro modo di stare al mondo, sul senso del nostro impegno. E ho l’impressione che solo il cinema ci permetta di sentire e porci queste domande…

 

Quali sono i film found footage o sperimentali che hanno avuto un ruolo importante per la tua formazione?

 

La questione delle immagini d’archivio mi ha sempre affascinato e quindi ci sono molti film d’archivio che sono importanti nel mio percorso cinematografico. Ne cito solo tre: per quanto riguarda il mio film, ho pensato molto a Reprise di Hervé Le Roux che è un film straordinario e di cui il mio film è sicuramente un’eco. Ceaucescu, une autobiographie di Andrei Ujica, ha avuto un impatto molto forte su di me, mi ha impressionato e mi ha dato spunti di riflessione. Infine, Ensursis di Harun Farocki è un film essenziale sulla tragedia del XX secolo.