La XVII edizione di Archivio Aperto è dedicata all’arte della memoria, tecnica raffinata e complessa dove i ricordi si intrecciano con le emozioni e con il pensiero.
Con un omaggio a Goliarda Sapienza e alla sua scrittura impastata di memoria e di sensi il festival ospita Niente che è vivo si perde, una sonorizzazione dal vivo a cura di Bono / Burattini su una selezione di film amatoriali della Fondazione Home Movies e l’incontro Sempre aperta memorie: Goliarda Sapienza a cura di Anna Toscano.
Niente che è vivo si perde. In omaggio a Goliarda Sapienza
Selezione di film amatoriali provenienti dalla Fondazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia.
Sonorizzazione dal vivo di Bono / Burattini.
In collaborazione con AngelicA | Centro di Ricerca Musicale – Teatro San Leonardo.
«Per me, come dicevano gli antichi, lo spirito sta nel sangue; è per questo che il sangue si muove sempre come il mare… lo senti come batte alla fronte, nel cuore? È questo movimento che mantiene il corpo vivo. Tutto quello che si muove è vivo. Quello che si ferma, si ferma e muore. Tutti ci fermeremo ma basta che tu abbia corso sessant’anni come me, che corse ne ho fatte, che cominci a capire che fermarsi un po’ non è cosí brutto come dicono. Poi dopo quaranta, cinquant’anni di questo riposo fra i lenzuoli della terra, sempre a stare a quello che dicevano gli antichi, il corpo a poco a poco ricomincia a muoversi, a poco a poco diventa concime, il piú fertile che ci sia sulla faccia della terra e può rendere fertile pure la lava di prima caduta… e nutre gli alberi di frutta, il frumento e l’olivo e cosí, attraverso questi frutti si nutriranno quelli che verranno… niente che è vivo si perde…»
Così la memoria di Goliarda Sapienza in uno dei suoi testi più autobiografici, Il Filo di mezzogiorno, rievoca una conversazione con il fratello di suo padre Nunzio Sapienza. Un lampo di ricordo che emerge in un frammento del lungo percorso psicanalitico che Sapienza attraversa come riparazione del sé dopo un tentativo di suicidio, dove il movimento si affaccia nell’idea di un incedere impastato di vita e di tempo, come passo della trasformazione. Così più tardi, in una lettera, potrà scrivere «l’arte – o la vita, se volete – è così: niente finisce, tutto ritorna in questo ‘eterno presente’ che ci muove».
Il movimento è infatti al cuore della letteratura vitale, luminosa, tagliente di Sapienza che non sa e non vuole dividere il pensiero dal gesto, la vita dall’arte. E se le perdite e i dolori a cui gli anni ci mettono di fronte ci trascinano in una vertigine della sofferenza come sull’orlo di un precipizio, ci ricordano le parole ma anche i gesti di questa autrice e attrice libera e radicale, è forse per cogliere la potenza della gioia che in fondo, come la memoria, è un’arte che si apprende. È la gioia infatti l’emozione che resta come spazio di un sé che non può darsi senza il filo del ricordo.
E allora è alla memoria della gioia, del movimento, del ritmo di vita che abbiamo dedicato questa selezione d’archivio: tuffi, corse, salti, capriole, danze e girotondi scorrono sulle pellicole degli anni ormai finiti ma non perduti, attraversando le epoche e pulsando dal passato nel nostro tempo presente.
La sonorizzazione è a cura del duo Bono/Burattini, i cui suoni fluttuano dalle viscere della terra alla leggerezza dell’aria, scorrendo nelle vene e nei polsi come il sangue, come la gioia, come la vita.
E niente che è vivo si perde.
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Bono / Burattini
Ispirandosi a tre film della cineasta d’avanguardia Maya Deren, sonorizzati dal vivo in occasione della XV edizione di Archivio Aperto, Francesca Bono e Vittoria Burattini hanno creato un’ipnotica raccolta di canzoni basate sull’uso del sintetizzatore Juno-60 e sul suono organico e lineare di una batteria. Queste apparenti limitazioni sono alla base di “Suono in un Tempo Trasfigurato”, il primo album a nome Bono / Burattini uscito il 24 Febbraio 2023 per Maple Death Records, un viaggio ricco e gratificante che stabilisce immediatamente una forte identità oscillando tra paesaggi sonori circolari e architetture ritmiche psichedeliche. Tra gli elementi chiave dell’album c’è l’uso parsimonioso del canto di Bono, un intricato mix di fraseggi misurati, respiri, strutture a spirale e cori extrasensoriali che sembrano rimandare alla ricca tradizione italiana del jazz cosmico, della library music e dell’impareggiabile contributo dei tecnici RAI degli anni ’70 che lavoravano con il Gruppo Di Improvvisazione Nuova Consonanza, Morricone, Daniela Casa. Splendidamente registrato e mixato da Stefano Pilia, un abbinamento perfetto per le esplorazioni sonore del duo e per un sound che interseca wave sperimentale, groove alieni, elettronica contemporanea e sci-fi futuristica, il disco ha riscosso il plauso di The Wire, Internazionale, Il Manifesto, Taz, Brooklyn Vegan, e passaggi radio su BBC6, Battiti (Radio Rai 3), nonchè l’invito a suonare al San Francisco Electronic Music Festival, che negli anni ha visto sul suo palco personalità quali Suzanne Ciani e William Basinski, e al Cafè OTO a Londra. Il disco è stato anche inserito da Alessandro Cortini nella sua lista delle uscite preferite del 2023.